Covid, Long Covid e fragilità! BE A.W.A.R.E!

  31 Luglio 2023


Con il focolaio scoperto a Codogno a fine febbraio 2020, l’Italia è stato il primo Paese europeo ad essere colpito dalla pandemia da Covid-19, un’emergenza senza eguali nella storia contemporanea, fronteggiata in totale assenza di esperienze pregresse e di procedure consolidate e in condizioni di forte carenza di risorse sanitarie da mettere in campo.

A distanza di tre anni, lo scenario attuale è fortemente mutato. I dati dei nuovi casi e dei decessi per Covid-19, pubblicati dall’Istituto Superiore Sanità, continuano a diminuire, così come nel resto dell’Europa, secondo l’Ecdc (European Centre for Disease Prevention and Control).

La bassa incidenza dei casi e l’alta immunizzazione (in tanti si sono sottoposti ai vaccini anti-Covid e hanno avuto l’infezione da Sars-Cov-2) hanno portato oggi a una fase di “convivenza” con il virus, grazie anche ad una maggiore capacità di gestione della malattia.

L’OMS in data 5 maggio ha decretato che il COVID-19 non costituisce più un’emergenza sanitaria pubblica di interesse internazionale (Public Health emergency of International Concern, PHEIC), ma la pandemia sembrava finita già da tempo.

Eppure per un’ampia fascia di popolazione può rappresentare ancora una minaccia: sono i pazienti fragili, le persone con patologie e con altre condizioni preesistenti ad essere esposti a maggiori fattori di rischio e a un decorso più grave della malattia. Cardiopatie, diabete e insufficienza renale cronica sono significativamente più frequenti e numericamente più consistenti fra i pazienti Covid-19 deceduti, rispetto alla popolazione generale, secondo i dati disponibili in Italia.

La popolazione anziana è stata anche quella maggiormente colpita dall’infezione, con un’età media dei pazienti deceduti pari a 80 anni e molti presentavano patologie croniche pregresse.

Inoltre, tra gli effetti che può lasciare la malattia c’è anche il “Long COVID”, quella condizione dei pazienti che, dopo più di quattro settimane dalla malattia e nonostante la negativizzazione del tampone, continuano a riportare i sintomi riconducibili all’infezione.

È in questo scenario in continua evoluzione che si inserisce il programma BE A.W.A.R.E (Be Active citizens for Widespread Awareness, infoRmation and Education) di Cittadinanzattiva, che grazie all’apporto di competenze ed esperienze da parte della comunità scientifica, dei professionisti e degli operatori sanitari e delle Associazioni di pazienti prevede la realizzazione di:

– una campagna social di informazione e sensibilizzazione (con diffusione a livello europeo);

– un ciclo di workshop informativi rivolti ai pazienti e alla popolazione generale (webinar/eventi in presenza);

-un’attività di tutela, con un indirizzo e-email dedicato tutela@cittadinanzattiva.it

È importante continuare a monitorare l’evoluzione del COVID-19, non dimenticare quanto abbiamo imparato in questi anni mantenendo uno sguardo attento alle persone più fragili, maggiormente esposte a infezioni e complicanze.

L’obiettivo del programma è offrire informazione per accrescere la consapevolezza della popolazione generale sui rischi per le persone con fragilità, con una o più patologie preesistenti, immunodepresse o con specifiche condizioni di sviluppare anche forme severe di COVID-19.

 

Il progetto Be A.W.A.R.E. è sostenuto da una sovvenzione di Pfizer Inc.